La malattia di Haglund è una patologia infiammatoria e degenerativa della porzione inserzionale del tendine di Achille causata da un conflitto meccanico con l’angolo posterosuperiore del calcagno eccessivamente prominente. E’ verosimilmente causata da una anomala conformazione del calcagno e può essere peggiorata da attività fisiche ripetitive (sport o attività lavorative) o dall’uso di calzature particolari. Si crea un attrito anomalo tra superficie ossea e faccia profonda del tendine; i tessuti interposti, in particolare la borsa preachillea, reagiscono agli stress anomali con fatti infiammatori e degenerativi.
La malattia di Haglund è caratterizzata da dolore posteriore alla inserzione del tendine di Achille specie nel movimento di flessione dorsale del piede o in fase propulsiva del passo. Si riscontra spesso una caratteristica tumefazione prevalentemente posteriore al tallone con segni infiammatori (arrossamento , aumento della temperatura). Si tratta di una patologia facilmente diagnosticabile clinicamente ; un semplice esame radiografico evidenzia la prominenza posterosuperiore del calcagno (calcagno di Haglund). Esami più sofisticati come la RMN sono da prendere in considerazione solo in casi particolari per valutare le condizioni del tendine di Achille.
L’intervento si rende necessario in caso di dolore persistente dopo un trattamento conservativo correttamente condotto. Normalmente non ci sono rischi di rottura del tendine o altre problematiche maggiori ma la sintomatologia dolorosa può tendere a cronicizzarsi limitando l’attività e rendendo problematico l’uso delle calzature.
Nella maggior parte dei casi il trattamento è conservativo. Il primo provvedimento da prendere è quello di modificare le abitudini di vita ad esempio evitando calzature con rinforzi o cuciture posteriori o eccessivamente rigide o modificando le attività sportive. Anche l’uso di una talloniera posteriore che detende in tendine di Achille e lo allontana dal calcagno può essere utile. Ovviamente tutte le terapia antiinfiammatorie farmacologiche e fisiche possono essere utili specie in fase acuta.
Il trattamento chirurgico viene preso in considerazione in caso di insuccesso della terapia conservativa correttamente condotta per un periodo adeguato. L’intervento viene eseguito tramite un accesso laterale o mediale rispetto alla porzione inserzionale del tendine di Achille di circa 3-4 cm Consiste nella asportazione della borsa preachillea , normalmente fibrotica e compromessa da eventi infiammatori , e nella resezione della porzione prominente dell’angolo postero-superiore del calcagno. Nel caso di alterazioni degenerative del tendine si procede ad asportazione dei tessuti necrotici ed eventualmente in scarificazioni per rivitalizzare il tendine
La scelta della tecnica anestesiologica più idonea è compito del Collega anestesista. In generale vengono preferenziate anestesie tronculari (es. blocco popliteo o blocco alla caviglia) o una anestesia spinale selettiva In alcuni casi viene associata una sedazione farmacologica.
Normalmente dopo l’intervento viene confezionato un bendaggio , non è in genere necessaria immobilizzazione rigida. Il Paziente è invitato a mobilizzare precocemente il piede e la caviglia; il carico avviene con appoggi ed in qualche caso è completamente escluso per un periodo di 2-3 settimane.
Ciascun gesto chirurgico , anche banale , non è mai privo di rischi ; anche se vengono messe in atto di abitudine tutte le precauzioni possibili per minimizzare il rischio chirurgico questo non potrà mai essere azzerato. Occorre pertanto nella decisione chirurgica , anche da parte del Paziente , valutare le possibili conseguenze negative dell’intervento a fronte dei miglioramenti attesi (“bilancio rischi-benefici). Conseguenze negative possono essere rappresentate da incompleta risoluzione del problema che ha condotto all’intervento , alla ricomparsa o al peggioramento dei disturbi , al sopravvenire di problemi diversi , spesso imprevedibili e gravi. Tali reazioni avverse possono essere dovute a complicanze dell’intervento ma talvolta ad eventi imprevisti ed imprevedibili dovuti a condizioni locali o problemi di salute generale ; ad esempio l’assunzione di alcuni tipi di farmaci , malattie sistemiche come il diabete o problemi reumatologici , alterazioni circolatorie , il fumo o l’assunzione di droghe , la scarsa collaborazione sono tutte situazioni che comportano un aumento del tasso di complicanze. Le complicanze possono essere distinte in generiche e specifiche ; ovviamente non è possibile elencare tutte le possibili complicanze anche perché alcune di esse incidono in maniera del tutto eccezionale. Normalmente l’intervento comporta buoni risultati con tempi di recupero abbastanza brevi ; tuttavia in alcuni casi il dolore si protrae per alcune settimane o mesi probabilmente a causa delle alterazioni del tendine Un’altra complicanza molto rara ma invalidante è la rottura del tendine che si può verificare per processi degenerativi preesistenti o da alterazioni circolatorie indotte dall’intervento
Va sottolineato come il tasso di complicanze sia statisticamente più elevato nei reinterventi e che in questi casi , in considerazione della situazione di partenza il risultato finale può non portare al risultato sperato ed in ogni caso è meno prevedibile. Fattori di rischio che comportano aumento delle complicanze sono deformità importanti e scarsa collaborazione nel protocollo post-operatorio,…